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Impara l’Arte

Sto scolpendo una poesia sulla Condizione Umana. Finora ho prodotto solo muscoli verbali indolenziti e qualche martellata su pollici metaforici. Se il cesello non funziona andrò di ascia. Ne farò legna da ardere per riscaldare un cuore ferito dal fallimento. Rimanendo in tema. 

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Julie & Julia, vita da scrittrici

Come farsi pubblicare un libro è da sempre nella top tre dei messaggi più letti quì e quindi immagino di fornire un servizio utile segnalando agli aspiranti scrittori il film Julie & Julia il quale, con abilità narrativa, racconta della vita di due autrici di successo, o meglio di quella parte del viaggio che ha consentito loro di arrivare alla pubblicazione di un libro.

Due storie separate dalla storia, una quarantina d’anni, ma unite con sapienza da molteplici coincidenze. E se, aspiranti scrittori, la prima reazione è “sì, ma loro avevano il vantaggio di (inserire vantaggio a caso)” significa che dovete avere una seconda reazione.

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Non che sia un’ossessione, ma se uno era un genio è probabile che le cose che lo riguardano siano interessanti

Non che David Foster Wallace sia una fissazione per me. Passano facilmente due giorni senza che ci pensi.

Ma questo articolo sul New Yorker aggiunge mattoncini interessanti alla figura privata, aiutando a comprendere quella pubblica.

Il titolo del post gioca sul fatto che l’ultimo romanzo di Wallace, che pare verrà pubblicato fra qualche mese, parla della vita di un gruppo di impiegati dell’agenzia delle entrate Americana, di come affrontino la noia mortale del loro compito, e di come non siano gli eventi ad essere interessanti ma il modo in cui li viviamo.

Nell’articolo mi ha colpito il passaggio in cui, nel 1994, scriveva a proposito delle note a margine per cui è diventato famoso, che, tra le altre cose, consentivano di mimare il flusso di informazioni e la categorizzazione dei dati che si aspettava sarebbe diventata una parte ancora più importante della vita negli Stati Uniti in capo a 15 anni*.

Non a caso oggi, 2009, una grossa sfida professionale e umana, è gestire in modo organico la mole di dati con cui veniamo in contatto ogni giorno. Un grazie a David per quel po’ di allenamento che ci ha consentito di fare già sul supporto cartaceo.

E concludo con quello che era l’auspicio di DFW, evidentemente non realizzato: “Credo di desiderare una adulta sanità mentale, che mi sembra l’unica completa forma di eroismo disponibile oggi.”

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* vedi al proposito anche nota di Seth Godin sull’argomento spazio, mentale più che fisico.

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E rimetti a noi i nostri debiti….

Da una “proposta” di lavoro giunta via email.

Tra i requisiti richiesti:

‘abilita di usare dei resorsi dell’internet e di esprimere correttamente Vostri pensieri’

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David Foster Wallace

Ne avevo parlato più volte con toni entusiastici e a volte confusi, perché era così avanti che a cercare di raggiungerlo ti veniva il fiatone e faticavi a ragionare.

Beh, si è suicidato, a 46 anni.

Questa è la trascrizione di un discorso fatto tre anni fa in cui cita anche il suicidio.

A leggerlo adesso vien da fare tutte le elucubrazioni del caso. In realtà il suicidio, in termini di riflessione, non può mancare nel curriculum di qualsiasi pensatore.

Da questo a metterlo in atto ne passa, e David Foster Wallace, adesso, è passato.

Riposi in pace, come si suol dire. Ci mancherà.

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Trovare la Parola Giusta in Italiano

Si parlava tempo addietro dei problemi a tradurre certe parole.

Scopro oggi un sito dove si è cercato di trovare l’equivalente in Italiano di molti termini stranieri di uso più o meno comune. In qualche caso il risultato è interessante, in qualche altro fa un po’ sorridere, ma lo sforzo è lodevole e può essere utile ogni tanto andare a darci un’occhiata.

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Strumenti per scrivere

Tanto per togliersi dalla melma comunicativa segnalo un interessate post del blog mestierediscrivere che rimanda a strumenti e pensieri sulla scrittura

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La Scala a Chiocciola

La memoria personale di una tragedia molte volte è diversa da quella collettiva.

Il disastro del Vajont, per esempio, una frana, una diga, un’onda che ha lavato via un intero paese, per me è rappresentata da una scala a chiocciola.

Una piccola, modesta scala a chiocciola che per qualche miracolo era rimasta su, lungo il ciglio della strada, il resto della casa spazzato via dalla furia delle acque.

E ogni anno, nel consueto pellegrinaggio verso la vacanza estiva, si passava di fronte a questo monumento naturale, che non aveva nulla da invidiare a quelli scolpiti da grandi artisti.

Ricordava quello che era successo, come tutti i monumenti aspirano a fare.

Non c’è più, da tanto tempo, ma nella mia memoria resterà sempre quello il simbolo del disastro del Vajont.

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“Long Quiet Highway” di Natalie Goldberg

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Natalie Goldberg, citata più volte in queste pagine, è per me uno scrittore rifugio.

Anche nei periodi in cui non ho tanta voglia di leggere prendo su un suo libro e mi riappacifico con la pagina scritta.

Il tutto senza necessariamente condividerne le scelte di vita.

In questo caso siamo nel mondo dell’autobiografia, della sua formazione e del suo innamoramento per la scrittura, la meditazione e la commistione del tutto. Il suo approccio è per certi versi anomalo, e senz’altro particolare, con questa ossessione per la scrittura esplorativa di sé (si potrà dire implorativa?).

Ma anche con i benefici della pratica consapevolmente fine a sé stessa (un mondo di differenza dalla pratica fine a sé stessa di cui si parlava nel messaggio precedente. O no?).

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Non Fiction in Action

Alix Kates Shulman, alla richiesta su come gestisce lo scrivere di cose personali nei suoi libri, ha risposto che, mentre scrive, si dice che tanto non la leggerà nessuno, oppure che potrà sempre toglierlo in seguito.

In realtà ha atteso la morte dei suoi genitori per pubblicare un libro che ne parlava.

Non è facile scrivere di chi si conosce. Sul sé uno si barcamena, e magari si dipinge in coerenza con l’immagine che vede o che vuole trasmettere. E comunque decide in prima persona (scoprendo in seguito che i lettori scelgono per conto loro il significato di quello che leggono).

Ma gli altri?

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